Consulenza Climatica e Sostenibilità

Il disastro climatico in corso si sta manifestando in vari modi ad esempio con ondate di caldo estremo che mettono in difficoltà le attività e la vita stessa nelle nostre città in alcuni mesi dell’anno.

Consulenza Climatica e Sostenibilità

La scomparsa dei ghiacciai presenti ad alta quota in montagna e nelle regioni polari sta destando grande preoccupazione a livello globale. Ad esempio i ghiacciai in Europa sono uno degli elementi più caratteristici del paesaggio alpino, oltre ad essere delle preziose riserve di acqua dolce che per secoli hanno mitigato la mancanza di acqua in pianura durante la stagione estiva e siccitosa.

Il disastro climatico in corso si sta manifestando in vari modi ad esempio con ondate di caldo estremo che mettono in difficoltà le attività e la vita stessa nelle nostre città in alcuni mesi dell’anno.

Proprio per questo un numero crescente di aziende ha iniziato il proprio percorso di sviluppo sostenibile tramite l’armonizzazione delle dimensioni fondamentali: economica, sociale ed ambientale. Tale percorso si è reso necessario per fermare ad esempio l’aumento delle temperature medie sulla Terra che come noto è stato ben superiore ad un grado Celsius in meno di 100 anni. La combustione di carbone, petrolio e gas metano è causa di un inquinamento che trattiene calore. Questo fatto ha messo in pericolo non solo la biodiversità ma la vita stessa sul pianeta. Negli ultimi quaranta anni l’incremento delle temperature medie è accelerato con dinamica di tipo continuo.

Un team di Bilma, nell’estate 2023 ha svolto una serie di rilievi sul ghiacciaio del Rutor, si tratta di uno dei più importanti della Val d’Aosta, esso è posto al confine con la Savoia. Il ghiacciaio è esposto verso Nord e si estende tra le quote di 3400 metri ove è visibile la crepaccia terminale, fino alla fronte posta a circa 2700 metri. La lunghezza massima è pari a circa quattro kilometri, la larghezza che varia a seconda della quota supera i due kilometri. I rilievi in campo sono stati integrati con le immagini satellitari georeferenziate, disponibili a partire dagli anni 70’ e liberamente consultabili.

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L’arretramento del ghiacciaio è stato misurato a partire dalla morena terminale degli anni 70’. Si tratta di un dosso allungato e ondulato con una morfologia caratteristica ben identificabile sia in campo che nelle immagini satellitari d’epoca. Negli anni 70’ la fronte del ghiacciaio lambiva la morena posta a quota 2515 metri circa.

La morena terminale storica è stata deposta in quegli anni. Oggi permane in quanto costituita da pietre e materiali più fini, anche se non è più in equilibrio con l’attuale fase geomorfologica. E’ ricoperta da vegetazione erbacea.

La quota della morena terminale storica (MT) degli anni 70’, è pari a 2515 metri (sul livello del mare), mentre il fronte attuale del ghiaccio nei tre lobi A, B, e C è cosi identificato:

  1. A) posto ad Est, questo lobo del ghiacciaio giace a quota 2650 metri slm. Dei tre lobi è quello più incassato nella montagna ed è maggiormente protetto rispetto ai due lobi B e C.
  2. B) si tratta del lobo mediano del ghiacciaio, più prossimo alla MT da cui dista 769 metri, mentre la sua quota è pari a 2750 metri (slm) circa.
  3. C) dei tre lobi del ghiacciaio è quello più ad Ovest. L’ampiezza del fronte glaciale è pari a 250 metri circa e le quote variano tra 2736 e 2758 metri (slm). Nella parte centrale del fronte il ghiacciaio è ricoperto dai suoi detriti.

Il lobo dei ghiacci B, quello più prossimo alla morena terminale storica, oggi è visibile a quota 2750 metri (slm). Per cui non solo il ghiacciaio è arretrato con sviluppo notevole ma è «risalito» sulla montagna coprendo un dislivello importate ed indicatore. Oggi la quota minima del lobo B del ghiacciaio è posta più in alto di ben 235 metri rispetto a 50 anni fa circa.

Rutor lobo glaciale A, tra le figure caratteristiche del collasso in corso, si nota alla quota di 2800 metri slm un grande dislivello di 25 – 30 metri tra il corpo del ghiacciaio e la cuspide della morena laterale.

La morena laterale è costituita dai sedimenti incoerenti, deposti dal ghiacciaio, che un tempo era alto almeno come la morena. Oggi si nota un’importante perdita di spessore e conseguentemente, di volume dei ghiacci. La variazione occorsa nel  «bilancio di massa» è  comparabile con i ghiacciai alpini, come quello del Silvretta (CH).

Rutor lobo glaciale A, i crepacci semicircolare sul fronte ghiacciaio sono tra le figure più caratteristiche del collasso in corso .

La loro presenza è indicativa di una grande cavità interna dovuta allo scioglimento del ghiaccio e alla riduzione del suo spessore.

I ghiacciai alpini sono diventati fragili a causa dell’aumento delle temperature; la loro struttura è stata indebolita dalla percolazione delle acque di scioglimento, che, nel tempo, hanno realizzato una vasta rete di condotti endoglaciali.

Come premessa delle conclusioni ricordiamo che il gradiente termico verticale in atmosfera è pari a circa 0.65 C° ogni cento metri di altezza. Per cui la temperatura diminuisce di 0.65C° ogni aumento di quota pari a 100 metri.

In 50 anni la quota minima del fronte B del Rutor è «salita» coprendo un dislivello pari a 235 metri circa. Il lobo B del ghiacciaio si è «mosso» dalla quota occupata negli anni 70’ e pari a circa 2515 metri slm, sino alla quota odierna di 2750 metri slm.

Utilizzando la formula del gradiente termico verticale si ottiene che solo un aumento medio delle temperature di 1.52 C°, può aver determinato la regressione del ghiacciaio con una variazione di quota pari a 235 metri.  Raggiunto in soli cinquanta anni.

L’obiettivo intergovernativo noto per voler limitare l’aumento medio delle temperature ad 1.5 C° qui è già stato raggiunto. Anche questa misura conferma come le medie latitudini siano tra le più impattate dallo sconvolgimento climatico in atto.

Bilma è al fianco delle aziende per predisporre piani di prevenzione dell’inquinamento, al fine di ridurre o prevenire alla fonte qualsiasi rilascio che interessi l’atmosfera, le acque o il consumo di risorse naturali non rinnovabili. Spesso è più conveniente prevenire la creazione dell’inquinamento alla fonte piuttosto che pagare per il controllo, il trattamento e lo smaltimento dei prodotti di scarto. Ad esempio l’integrazione con la Supply Chain per favorire la circolarità di prodotti, sottoprodotti e scarti. La sostituzione di prodotti monuso spesso in plastica con prodotti riutilizzabili anche a livello di materie prime ed ausiliari industriali.